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domenica 13 ottobre 2019

Pedagaggi

Posta sul versante settentrionale dei Monti Iblei, nel punto in cui questi cominciano a declinare dolcemente verso la vasta piana di Catania, la «terra arabile» di cui parla Polibio nella descrizione che fa di Leontinoi, Pedagaggi nacque come casale feudale tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. Ancora oggi, infatti, gli abitanti della ridente frazione del comune di Carlentini non hanno dimenticato la cara e antica consuetudine di chiamare «casale» il loro paese. Il primo documento in cui si trova traccia dell’esistenza del «casale» è del 23 luglio 1269. Esso è relativo a una controversia per questioni di pascolo sui territori «scapuli» dei casali di «Pidachi» e «Randachini». Si tratta di un accordo redatto dal notaio Vespasiano Lippo da Palermo e stipulato, in presenza dei rappresentanti del comune di Ferla, tra Perrucchio Lanza, barone di Ferla, e Damiano Rubeo (o Rosso) di Messina, barone di Xirume, presso Mineo. L’accordo confermava il diritto dei cittadini di Ferla di far pascolare gratuitamente i propri animali (lo “jus pascendi”) sul territorio del feudo di Pedagaggi, che era passato appunto da Perrucchio Lanza a Damiano Rubeo. Diritto successivamente ratificato da un privilegio sovrano del 22 maggio 1273. Prima del 1269 il feudo di Pedagaggi - che ritroviamo in territorio di Lentini solo a partire dal 1282 e fino al 1857 - dovette probabilmente appartenere, come Giarratana e Ferla, nel cui territorio era compreso, a Goffredo di Normandia, figlio di Ruggero I. L’attuale toponimo, risultato di una graduale trasformazione che nel corso dei secoli ha visto il «casale» assumere diverse denominazioni sia pure molto simili fra loro, da «Pidachi» a «Pedagagii», da «Piedachi» a «Picdachi», «Pichadachi» e «Picadaci», appare per la prima volta in un rivelo del 1666 del barone Ingastone Bellacera. Nel 1342, al tempo del re Ludovico, Pedagaggi ebbe una certa importanza economica, tanto che, in occasione della battaglia della piana di Milazzo contro gli angioini che volevano occupare la Sicilia, Ludovico chiese ad Andrea Rubeo, barone di Pedagaggi, Randachino e Xirume, quattro cavalieri armati e dodici once. Solo nel 1857 feudo e casale di Pedagaggi vennero annessi al territorio del comune di Carlentini. Il feudo si estinse nel 1889, quando il tribunale di Siracusa sottrasse tutta la proprietà, per gli ingenti debiti contratti, al principe Mario Paternò Castello, duca di Carcaci. Oggi la frazione del comune di Carlentini conta circa mille abitanti. L’economia poggia essenzialmente sull’agrumicoltura e la forestazione, ma da alcuni anni si guarda con estremo interesse all’utilizzo delle risorse paesaggistiche, archeologiche ed eno-gastronomiche. Lo scrittore Sebastiano Addamo, intellettuale tra i più apprezzati del Novecento insieme a Sciascia, Consolo, Bonaviri, Bufalino, Piccolo, Vittorini, Quasimodo, Brancati, nel 1986, nella prefazione al volume di Giuseppe Pisasale «Pedagaggi: genesi e sviluppo di un ex casale feudale», scrisse: «A Pedagaggi continuano a presiedere gli dei agresti della pace e delle attività semplici ed essenziali della vita».

domenica 6 ottobre 2019

Scopriamo Catania

La chiesa di “San Gaetano alle grotte” si trova in Piazza Carlo Alberto, vicino la più conosciuta Chiesa “del Carmelo”, dove viene organizzata la tradizionale “a’ fera o luni”. La chiesa sorge sulle rovine di un edificio religioso risalente al 261 d.C. che si chiamava Chiesa di Santa Maria della Grotta e che fu più volte distrutta e ricostruita. L’ultima ristrutturazione risale al 1800 per volere della confraternita di San Gaetano. La particolarità della chiesa è la presenza all’interno di cunicoli sotterranei, che si pensa siano stati un tempo utilizzati come catacombe. Secondo la tradizione in questo luogo è stato sepolto il corpo di Sant’Agata. Qui venne Santa Lucia, da Siracusa, a pregare la martire. È una delle chiese più caratteristiche e originali di Catania, ma purtroppo non è una delle più conosciute.