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lunedì 13 febbraio 2017
Camminando per Motta (12.02.2017)
La Torre di Motta Sant'Anastasia, costruita fra il 1070 e il 1074 per volontà del Conte Ruggero il Normanno, è la più piccola dei tre dongioni lungo la valle del Simeto.
Nel corso della sua esistenza la torre di Motta ricevette come prigioniero un personaggio di rilievo nella storia siciliana: il gran giustiziere Bernardo Cabrera conte di Modica.
Le vicissitudini che lo portarono da gran giustiziere del regno di Sicilia alla custodia di Sancio de Lihori, sono sintetizzati nella bramosia di lmpadronirsi della corona impalmandone la bella regina Bianca di Navarra, giovane vedova di Re Martino. Siamo nel "periodo dell'anarchia baronale" ed il vecchio conte di Modica fin dal primo tentativo di corteggiamento per fare accettare la sua candidatura di promesso sposo raccolse un amaro rifiuto. Questo primo diniego avvenne nella città di Catania e l'impertinente pretendente per niente scoraggiato, non si paventò di inseguire la regina con il suo esercito a Siracusa dove cinse d'assedio la città difesa da Sanclo de Lihori, e dove la giovane vedova, con l'aiuto di Giovanni Montecateno riesce ad imbarcarsi per rifugiarsi a Palermo nel palazzo dello Steri allora trasformato a residenza regale. E' qui che avviene il terzo tentativo. Dopo poco tempo arriva con un grosso esercito il conte, ed ancora una volta la regina riesce a fuggire e raggiungere notte tempo la galea di Raimondo Torres ancorata nella Cala di Palermo e quindi a mettersi in salvo.L'ira del vecchio pretendente non conosce limiti; ma pose fine alle fughe ed agli Inseguimenti un grosso esercito regale condotto da Sancio de Lihori e Antonio Montecateno che gli impedirono di continuare l'insana impresa. A causa della sua iracondia il conte cadde in un'imboscata e fu fatto prigioniero e per ordine dello stesso Sancio fu portato a Motta Sant'Anastasia.
Qui fu rinchiuso in una buia cisterna che servì da prigione fino a quando, per improvvise piogge questa non si riempì d'acqua ed il conte rischiò di restarci annegato.
Fatto uscire, dalla cisterna fu rinchiuso in una stanza della torre e controllato a vista, qui al danno della prigionia si unì la beffa che ai suoi danni ordì una giovane donna di Motta, Jana, che era una fedele e astuta damigella di corte della regina Bianca. D’accordo con l’ammiraglio Sancio,e ottenuto il permesso dalla regina, Jana si travestì da paggio, e si fece assumere al servizio del conte, entrando nelle sue grazie ,e convincendolo a tentare un’evasione per riprendere i suoi tentativi di sposare la regina Bianca. Il conte abboccò all’amo; e una notte, fattolo travestire da contadino, la diabolica Jana lo fece calare da una finestra del castello, sostenendolo con una corda; ma ad un certo punto, Jana mollò la corda ,e il povero conte cadde dentro una grossa rete, a bella posta preparata, dove rimase tutta la notte al freddo; e al mattino fu beffato dai contadini, che lo presero per un ladro, e lo derisero. Jana,riprese le sue vesti femminili,e rivelatasi chi era,lo fece inviare prigioniero al Castello Ursino di Catania, dove sbollirono definitivamente i suoi ardori per la regina Bianca.
Così, fra storia e leggenda è raccontata una delle tante versioni che vengono tramandate della triste storia amorosa del conte di Modica.
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