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giovedì 19 marzo 2015

Siamo figli di un Dio minore?! ....

Cicerone nelle Verrine parla delle latomie: « Tutti voi avete sentito parlare, e la maggior parte conosce direttamente, le Latomie di Siracusa. Opera grandiosa, magnifica, dei re e dei tiranni, scavata interamente nella roccia ad opera di molti operai, fino a una straordinaria profondità. Non esiste né si può immaginare nulla di così chiuso da ogni parte e sicuro contro ogni tentativo di evasione: se si richiede un luogo pubblico di carcerazione, si ordina di condurre i prigionieri in queste Latomie anche dalle altre città della Sicilia. » Latomia o prigione di pietra. Le più famose sono quelle di Siracusa. Però, nel suo territorio ne troviamo sparse un pò ovunque .... Anche nell'antica Leontinoi esistono. Esistono, ma chi le conosce?! La Latomia serviva da prigione. in questi luoghi bui e suggestivi si tenevano prigionieri di ogni "specie" ... A vederle sono uno spettacolo. Andando avanti nei secoli, anche l'uomo moderno si è servito di esse. Le ha usate come "casa" ... come rifugio . Oggi, queste cattedrali sono nell'oblio. Pochi sanno, molti sconoscono. Perché?! ... Son forse figlie di un Dio minore?! Non si sa. Una cosa è certa: Leontinoi, oggi, Lentini ha tanto da far vedere ma ..... Non si può vedere.

mercoledì 4 marzo 2015

la città dimenticata

Molte volte i quartieri sono delle piccole città nella città. "U Roggiu" una piccola città dimenticata. Quanta vita una volta! Le donne sedute davanti la porta a chiacchierare, lavorare all'uncinetto, a sparlare o litigare ... Qualcuna svampava u cufuni per arrostire la carne, o il pesce, o i peperoni .... I bambini giocavano. Si viveva all'ombra del proprio Castellaccio, delle storie avventurose, degli aneddoti .... L'ombra di Federico proteggeva u roggiu. Salivo felice in questo quartiere in compagnia dei miei ragazzi. Ma quanto mi piaceva! Oggi c'è solo silenzio, un silenzio che incute rispetto, timore. La città morta .... Dimenticata. Case abbandonate, dopo esser state, mortificate da un terremoto. Case squarciate, case che urlano il dolore dell'abbandono. Camminare in quelle stradine avvinghiate nei tentacoli del degrado ... Che tristezza! Camminare piano per non svegliare nessuno. I miei passi, però, riportavano alla luce le voci di quei personaggi. I loro volti, volti sorridenti e sofferenti. Volti accoglienti e a volte un po' burberi ... La vita di ieri e la solitudine di oggi. Che tristezza l'abbandono!!!! Quanta bellezza nascosta e mortificata .... Un silenzioso e religioso dolore. Una sconfortante impotenza. Cosa fare?! Un ambiente che chiede aiuto. Tanta sordità e indifferenza. Una città dimenticata.

domenica 1 marzo 2015

una con l'immensità

Questa foto è stata scattata dalla mia amica francese, Isabelle. Appena l'ho vista ho sorriso. Ho sorriso perché è bello ricordare quei momenti del cammino. Mi piace, mi piace perché, sono piccola in mezzo alla grandezza dell'immenso. Più la guardo e più mi piace. Grazie Isabelle. Camminare è andare oltre il cammino. Camminare e dialogare con la propria mente, il proprio corpo, il proprio cuore. Camminare e sentirsi una cosa sola con il cielo, la terra, la natura, la strada. Camminare e ascoltare il mormorio della natura; penetrarne gli umori; i profumi. Camminare e misurarti con te stessa. Camminare e apprezzare tutto ciò che ti sta attorno. Camminare e imparare a rispettare, la Madre terra che, ci accoglie e ci ama. Camminare e ascoltare il tuo respiro,il battito del tuo cuore, il "rumore" dei tuoi passi. Camminare e non aver paura di stare in compagnia di se stessi. Camminare e accorgersi che non riesci a pensare alle angosce, alle paure, ai problemi. Camminare e capire quanto è bello il silenzio.