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mercoledì 14 maggio 2025
La Chiesa che imbarca acqua ...
Sul Social ho trovato questo post scritto da una persona che conosco bene. Un post molto bello, veritiero e carico di dolore. La chiesa tutta sta attraversando un periodo di oscurità pericolosa. Che fare? Stiamo a guardare in modo rassegnato? Non c'è proprio niente da fare? Oltre al pregare bisogna agire. Agire con vigore. Bisogna parlare. Bisogna bussare alle porte dei piani alti. Oggi, in questo secolo, siamo accerchiati da sacerdoti che annullano la Grandezza del Ministero. Sacerdoti che tutto potrebbero fare tranne il sacerdote. Mi chiedo come fanno i Vescovi a Consacrare certi individui. Individui che non sapendo come realizzarsi, scelgno il Ministero Sacrdotale. Una volta si arruolavano nei Carabinieri, oggi, riempiono i seminari. Oggi, abbiamo preti che si adeguono ai desideri della gente, mettendo da parte Dio. C'è da dire con molto dolore: Stanno massacrando il Nostro Creatore. Adesso abbiamo il Papa nuovo, adesso c'è Leone XIV che tiene il timone. . . Speriamo bene. Speriamo ponga fine a tutto ciò che non va.
La foto pubblicata non è mia, l'ho presa dal social. Di seguito, con il copia e incolla, pubblico le parole che urlano indignazione e dolore.
Aggiungo che, sarebbe bene, scrivere una lettera alla Congragazione per il Clero e una alla Segreteria di Stato Vaticano. Il Vescovo della Diocesi...credo sia un pochino sordo.
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[(Siamo giunti al 13 maggio. Ho volutamente atteso che si concludessero le celebrazioni in onore dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino, nonché la cosiddetta “Giornata del Sonno”, prima di esprimere alcune considerazioni che ritengo doverose.
Alla fine degli anni ’90, l’allora parroco – il cui nome evito di citare per rispetto, ma che meriterebbe pieno riconoscimento – ebbe la felice intuizione di istituire un momento di preghiera cittadino, volto a rendere omaggio a Sant’Alfio. Dopo la consueta processione nel quartiere xxx xxxxx, il fercolo del Santo veniva collocato nella piazza Umberto, cuore pulsante della città. Nel tempo, questo gesto si è trasformato in una tradizione sentita, un’occasione di evangelizzazione autentica e di comunione spirituale, portata avanti con dedizione e spirito pastorale dal suo successore.
Oggi, purtroppo, ci troviamo di fronte a una deriva preoccupante. L’attuale parroco ha da sempre mostrato un atteggiamento di distacco nei confronti di questo momento tanto significativo. Ma quest’anno si è oltrepassato ogni limite: la preghiera in piazza si è ridotta a una formalità sbrigativa, senza partecipazione del Sindaco ne della rappresentanza del Comitato, priva di calore e partecipazione, al punto da essere celebrata senza nemmeno il decoro minimo degli abiti liturgici.
Un’occasione di fede, aggregazione e identità collettiva è stata svilita con una superficialità che lascia amareggiati. È lecito chiedersi dove siano finiti il senso del sacro, il rispetto per la comunità e l’impegno verso la missione pastorale)]
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